L’ulivo è una pianta
e un frutto che per il ruolo prezioso che da sempre hanno rivestito
nella vita dell’uomo e nella tradizione economica, specie locale,
hanno ispirato locuzioni e modi di dire, vero e proprio patrimonio
espressivo e lessicale della nostra terra. Eccone un assaggio tra
detti popolari, doti taumaturgiche quasi al confine con il magico,
precetti quasi imperativi dell’attività di olivicoltura che
diventano metafora di vita, a testimonianza di come l’olivo ed il
suo pregiato prodotto costituiscano un bene di grande valore.
Olio,
aceto, pepe e sale, fan saporito pure uno stivale.
(Persino
cose non commestibili potrebbero diventare gustose al palato se
condite con ingredienti come l’olio).
L’olio
e la verità tornano a galla.
(La
verità emerge sempre, come la caratteristica dell’olio di non
mischiarsi con l’acqua quando viene aggiunta).
Dolori,
olio dentro e olio fuori.
(In
caso di affezioni interne e esterne l’olio ha proprietà salutari).
Mercante
di vino, mercante poverino; mercante d’olio, mercante d’oro.
(L’olio,
da sempre bene “prezioso”, anticamente rendeva più del vino).
Olio,
ferro e sale mercanzia reale.
(L’olio
come merce preziosa sin da epoche lontane).
Chi
vuol tutte l’ulive non ha tutto l’olio.
(La
pratica di lasciare a lungo le olive sulla pianta fino a che maturino
tutte, comporta che se ne perda una quantità).
L’ulivo
benedetto vuol trovar pulito e netto.
(la
tradizione, oggi poco seguita, voleva che in occasione della domenica
delle palme, quando si benedivano le case, queste dovevano essere ben
pulite).
La
prima oliva è oro, la seconda argento, la terza non val niente.
Agli
ulivi, un pazzo sopra e un savio sotto.
(Nella
raccolta delle olive occorre una persona vigorosa che scuota i rami
perché le olive cadano e una persona prudente che ai piedi
dell’albero le cerchi e le raccolga. O ancora in cima chi poti
senza riguardi, in basso chi concimi con misura).
Vigna
piantata da me, gelso da mio padre, olivo da mio nonno.
(Riconosce
la longevità dell’olivo rispetto alle altre piante comunemente
coltivate dai contadini, tale da accompagnare l’avvicendarsi delle
generazioni).
Se
di febbraio corrono i viottoli, empi di vino e olio tutti i ciottoli.
(Se
febbraio è piovoso, ci saranno grandi raccolti di vino e olio, tanto
da richiedere che si riempiano anche i più piccoli contenitori).
Per
l’assunta l’oliva è unta.
(Per
il quindici di agosto l’oliva ha già preso corpo e comincia a
formare al suo interno l’olio).
Se
piove d’agosto, piove olio, miele e mosto.
(abbondanti
piogge in agosto, assicurano, tra l’altro, copiosi raccolti di
olive)
Per
San Silvestro ogni oliva nel canestro.
(Tradizionalmente
e convenzionalmente il 31 dicembre sancisce la chiusura del periodo
di raccolta delle olive)
UNA POESIA SULL’ULIVO
La
canzone dell’ulivo
Non
vuole
per
crescere, che aria, che sole,
che
tempo, l’ulivo!
Nei
massi le barbe, e nel cielo le piccole foglie d’argento!
Tra
i massi s’avvinghia, e non cede
Se
i massi non cedono, al vento.
Lì
soffre, ma cresce…
G.
Pascoli
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