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giovedì 18 giugno 2015

L'ULIVO E LA TRADIZIONE POPOLARE: I PROVERBI

L’ulivo è una pianta e un frutto che per il ruolo prezioso che da sempre hanno rivestito nella vita dell’uomo e nella tradizione economica, specie locale, hanno ispirato locuzioni e modi di dire, vero e proprio patrimonio espressivo e lessicale della nostra terra. Eccone un assaggio tra detti popolari, doti taumaturgiche quasi al confine con il magico, precetti quasi imperativi dell’attività di olivicoltura che diventano metafora di vita, a testimonianza di come l’olivo ed il suo pregiato prodotto costituiscano un bene di grande valore.

Olio, aceto, pepe e sale, fan saporito pure uno stivale.
(Persino cose non commestibili potrebbero diventare gustose al palato se condite con ingredienti come l’olio).

L’olio e la verità tornano a galla.
(La verità emerge sempre, come la caratteristica dell’olio di non mischiarsi con l’acqua quando viene aggiunta).

Dolori, olio dentro e olio fuori.
(In caso di affezioni interne e esterne l’olio ha proprietà salutari).

Mercante di vino, mercante poverino; mercante d’olio, mercante d’oro.
(L’olio, da sempre bene “prezioso”, anticamente rendeva più del vino).

Olio, ferro e sale mercanzia reale.
(L’olio come merce preziosa sin da epoche lontane).

Chi vuol tutte l’ulive non ha tutto l’olio.
(La pratica di lasciare a lungo le olive sulla pianta fino a che maturino tutte, comporta che se ne perda una quantità).

L’ulivo benedetto vuol trovar pulito e netto.
(la tradizione, oggi poco seguita, voleva che in occasione della domenica delle palme, quando si benedivano le case, queste dovevano essere ben pulite).

La prima oliva è oro, la seconda argento, la terza non val niente.

Agli ulivi, un pazzo sopra e un savio sotto.
(Nella raccolta delle olive occorre una persona vigorosa che scuota i rami perché le olive cadano e una persona prudente che ai piedi dell’albero le cerchi e le raccolga. O ancora in cima chi poti senza riguardi, in basso chi concimi con misura).

Vigna piantata da me, gelso da mio padre, olivo da mio nonno.
(Riconosce la longevità dell’olivo rispetto alle altre piante comunemente coltivate dai contadini, tale da accompagnare l’avvicendarsi delle generazioni).

Se di febbraio corrono i viottoli, empi di vino e olio tutti i ciottoli.
(Se febbraio è piovoso, ci saranno grandi raccolti di vino e olio, tanto da richiedere che si riempiano anche i più piccoli contenitori).


Per l’assunta l’oliva è unta.
(Per il quindici di agosto l’oliva ha già preso corpo e comincia a formare al suo interno l’olio).

Se piove d’agosto, piove olio, miele e mosto.
(abbondanti piogge in agosto, assicurano, tra l’altro, copiosi raccolti di olive)

Per San Silvestro ogni oliva nel canestro.
(Tradizionalmente e convenzionalmente il 31 dicembre sancisce la chiusura del periodo di raccolta delle olive)


UNA POESIA SULL’ULIVO

La canzone dell’ulivo

Non vuole
per crescere, che aria, che sole,
che tempo, l’ulivo!
Nei massi le barbe, e nel cielo le piccole foglie d’argento!
Tra i massi s’avvinghia, e non cede
Se i massi non cedono, al vento.
Lì soffre, ma cresce…

G. Pascoli


A cura della Classe I G

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