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giovedì 18 giugno 2015

L'OLIVO: LA STORIA


L’ORIGINE E LA GEOGRAFIA

L'Olivo è una pianta coltivata dall'uomo fin dai tempi più remoti, variamente eletto nelle antiche tradizioni a simbolo di pace, di saggezza, di sapienza, di gloria e di prosperità. Era talmente tanta l'utilità che gli uomini traevano dall'Olivo (Olea Europea) da considerarlo un dono degli Dei.
L'interpretazione del pensiero comune è concorde ad affermare che le origini di questa pianta, intendendo l'olivo domestico, siano state la vasta zona che si estende dal Caucaso fino alle prendici dei monti Elburz in Iran, per raggiungere le Cicladi e l'Arabia Meridionale.



LA DIFFUSIONE TRA I POPOLI ANTICHI

Conosciuta già da tempi antichissimi, la sua coltivazione si estese ad Est del bacino Mediterraneo già nel 1800 a.C.Notizie di questa pianta le ritroviamo, assieme a quelle dei pistacchi e delle mandorle in alcune citazioni della Genesi. Altre popolazioni pur conducendo un genere di vita seminomade e quindi poco adatta ad una forma di agricoltura che richiedeva lunghi periodi di cura delle piante, conoscevano l'olio, il che lascia presumere che fosse frutto di scambi commerciali tra l'Egitto e la Mesopotamia.



IN ARMENIA ED EGITTO: mentre in sanscrito non esiste la parola olivo e gli Assiri ed i Babilonesi, che evidentemente ignoravano questa pianta e i suoi frutti, usavano solo olio di sesamo, l’olivo era viceversa conosciuto da popoli semitici come gli Armeni e gli Egiziani.La trasformazione dell’oleaster in olivo domestico pare sia stata opera di popolazioni della Siria.

IN GRECIA: molto presto l’uso di coltivare l’olivo passò dall’Asia minore alle isole dell’arcipelago, e quindi in Grecia: lo Schlieman riferisce di aver raccolto noccioli d’oliva sia negli scavi del palazzo di Tirino sia in quelli delle case e delle tombe di Micene e, nell’Odissea, troviamo scritto che Ulisse aveva intagliato il suo letto nuziale in un enorme tronco di olivo.
In Grecia esistevano molti e fiorenti oliveti; particolarmente ricca ne era l’Attica e soprattutto la pianura vicina ad Atene.
L’olio attico era considerato tra i migliori; ma si apprezzavano molto anche gli olii di Sicione, dell’Eubea, di Samo, di Cirene, di Cipro e di alcune regioni della Focile. Le olive costituivano inoltre la ricchezza della pianura di Delfi sacra ad Apollo.
Le zone della Magna Grecia dove più florida era la coltura dell’olivo erano quelle di Sibari e di Taranto; nell’Italia centrale, si segnalavano in primo luogo il territorio di Venafro, quindi la Sabina e il Piceno, mentre nell’Italia del nord erano famose le coste della Liguria.

IN ITALIA: per quanto riguarda l’Italia, è importante sottolineare che la presenza di noccioli di oliva in contesti archeologici e documentata fino al Mesolitico. Tali attestazioni non significano necessariamente che già in epoca preistorica l’olivo venisse coltivato, anche perché all’esame dei noccioli non è possibile stabilire se si trattasse di olivastri oppure di olivi domestici. Sono comunque evidenze significative che fanno ragionevolmente presumere un precoce riferimento all’olivo coltivato. Certamente il passaggio da una fase di semplice conoscenza della pianta a quella del suo sfruttamento agricolo avrà richiesto un lungo periodo, ciò nonostante, quanto esposto sembra sufficiente per sollevare almeno qualche perplessità sulle teorie che sostengono che l’olivo sia stato introdotto in Italia dai primi coloni greci; pur senza dimenticare che dal greco derivano sia la parola olivo (elaìa), sia il termine etrusco "amurca" che, nella sua forma greca amòrghe, indica quel liquido amaro ottenuto dalla prima spremitura delle olive, che veniva scartato ed utilizzato come concime, nella concia delle pelli e nell’essiccazione del legno.



RACCOLTA E USI


L’olivo esigeva molte cure, che potevano risultare anche costose, ma i proprietari degli oliveti erano ben ripagati dei loro disagi: non solo la cucina, ma anche i bagni, i giochi, i ginnasi e persino i funerali, esigevano l’impiego di grandi quantità di olio.
Le olive venivano raccolte, a seconda dell’uso cui erano destinate, in periodi diversi: ancora acerbe (olive albae o acerbae), non del tutto mature (olive variae o fuscae), mature (olive nigrae). Si raccomandava di staccarle dal ramo con le mani ad una ad una; quelle che non si potevano cogliere salendo sugli alberi, venivano fatte cadere servendosi di lunghi bastoni flessibili (in greco ractriai), sempre ponendo la massima attenzione a non danneggiarle. Alcuni aiutanti raccattavano e riunivano le olive battute che, solitamente venivano macinate il più presto possibile.
In Grecia l’olio era generalmente prodotto dai proprietari stessi degli oliveti che spesso procedevano anche alla sua vendita; il mercante di olio si chiamava elaiopòles o elaiokàpelos.
La vendita al dettaglio non si praticava solo in campagna o nelle botteghe; era ugualmente attiva nell’agorà, dove venivano trattate le merci più diverse. I mercanti erano installati in baracche, sotto umili tende o, più comunemente, all’aperto, ma questa situazione migliorò ben presto quando furono edificati i primi portici.
L'olio d'oliva, decretato prodotto “nazionale” ed esportato come il vino in tutto il Tirreno, aveva vari impieghi. Di eccellente qualità ideale come condimento per ogni cibo. Di grande quantità utile per accendere il fuoco, per alimentare le lucerne e per massaggiare i muscoli di militari ed atleti.


A cura della Classe I G

 

 

L'ULIVO PIANTA LEGGENDARIA

L’ ulivo, come sappiamo, è ed è sempre stato simbolo di pace e pianta tipicamente mediterranea. La certezza della sua presenza anche nell’antichità, ci giunge attraverso poemi epici, miti e leggende appartenenti a popoli, culture, ed epoche diverse.
Ne troviamo tracce nelle seguenti grandi civiltà:
1)Sumerica, con l’epopea di Gilgamesh;
2)Mesopotamica, con la Bibbia;
3)Greca, con il mito di Atena e l’ulivo e l’Odissea.


1
Ci giungono alcune testimonianze della presenza dell’ulivo in Mesopotamia, con l’epopea sumerica di Gilgamesh. Questo poema, racconta che Utnapishitm, uomo saggio, fu invitato dagli dei a preparare una nave, per sottrarsi e preservare la specie umana dal diluvio Universale. Per aver compiuto quest’impresa,ricevette dagli dei l’immortalità. In un episodio, si narra che Utnapishtim ordinò per il viaggio tre sar di olio (misura sumerica): il primo per un banchetto, il secondo per impermeabilizzare la nave e del terzo non se ne conosce la destinazione.


Utnapishtim (il Noè sumerico)

2
Ci soffermeremo soprattutto sull’episodio in cui Noè, ispirato da Dio, per sfuggire al diluvio universale, costruì un' arca e vi imbarcò una coppia di ogni specie animale. Finito il diluvio, Noé fece volare alcuni uccelli a scopo di controllare il livello dell’acqua. Tra questi, fu mandata una colomba che tornò con un ramoscello d’ulivo nel becco.


3
Ci giungono testimonianze dell’ulivo nella civiltà greca, attraverso il mito di “ATENA E L’ULIVO “ nonché dal poema greco“L’ODISSEA“.

Avendo Atena scelto l’Attica, come sua regione preferita,venne a scontrarsi con Poseidone, che aveva messo anche lui gli occhi su questo paese. Ne nacque un diverbio che avrebbe potuto degenerare in lite. Per evitarla, le due divinità si rimisero agli altri dei perché decidessero come arbitri. Decisero: il possesso dell’Attica sarebbe toccato a colui che avesse fatto agli abitanti dalla regione il dono più utile.
Poseidone allora diede un colpo del suo formidabile tridente contro una roccia, e ne balzò fuori un focoso cavallo:era il primo cavallo che nascesse sulla Terra.
Atena percosse il suolo con la sua lancia, e subito in quello stesso punto crebbe una pianta nuova: l’olivo che dà l’olio e i cui rami simboleggiavano bene la pace, piuttosto che il cavallo destinato a trainare i carri guerreschi. Così gli uomini vennero in possesso dell’ulivo.

Poseidone e Atena
Nell’Odissea Ulisse, lungo il suo viaggio, incontrò Polifemo, un gigante che viveva nelle vicinanze dell’isola delle capre. Dopo una lunga discussione e dopo che il ciclope ebbe mangiato sei compagni dell’eroe, egli per vendicarsi e per fuggire dal luogo, levigò un tronco d’ulivo trovato lì e,dopo averlo arso, lo usò per accecare il gigante riuscendo così a vendicare i suoi compagni. Grazie all’astuzia e all’intelligenza di uno stratagemma premeditato, Ulisse fuggì dal luogo senza essere minimamente sospettato.

Odisseo e il Ciclope

Un altro avvenimento dell’Odissea che ci ricorda l’ulivo è quello del riconoscimento di Ulisse da parte di sua moglie Penelope. Dopo la strage dei Proci, Ulisse ritornò dalla moglie, la quale per avere conferma che colui che le si presentava avanti, fosse davvero il marito, essendo molto furba, gli pose un enigma: gli chiese di spostare il suo letto nuziale. Svolgere tale compito risultava impossibile, perché il letto era stato costruito da Ulisse stesso su un robusto tronco d’olivo. Ulisse, svelando questo segreto, conosciuto solo dai due, dimostrò alla moglie di essere davvero.


ALTRE LEGGENDE…..


Le numerose leggende fiorite attorno a questa pianta ne attribuiscono l'introduzione a Cecrope, fondatore e primo re di Atene. Mezzo uomo e mezzo serpente, fu secondo i mitologi, uno dei più celebri re dell'antichità. Secondo Censorino e Dionigi di Alicarnasso, alla testa di una colonia di Egizi, si mosse verso la Grecia, dove riuscì a fare delle selvagge e incolte popolazioni locali un popolo; diede loro delle leggi, fondando dodici borghi che costituirono il nucleo centrale del regno dell'Attica. Introdusse il culto delle divinità onorate a Sais e consacrò la città ad Atena, divinità già adorata nella sua città di origine (Sais), mettendola sotto la sua protezione. Giudicando il suolo dell'Attica particolarmente adatto alla coltivazione della pianta dell'Olivo, consacrò questo albero ad Atena per renderlo ancora più prezioso per il popolo.

Per Diodoro, lo scopritore della pianta dell'Olivo fu invece Mercurio, il primo ad insegnare agli uomini l'arte della sua coltivazione e della spremitura per ottenere l'olio dai suoi frutti.


TESTIMONIANZE STORICHE SUL VALORE SIMBOLICO DEL L'ULIVO


Questa pianta era tenuta in così grande considerazione, da punire con pene severissime chiunque l'avesse rubata o danneggiata in qualche maniera, ad esempio:

quando Sparta mosse guerra ad Atene, nella devastazione che seguì, gli Spartani, risparmiarono gli alberi d'olivo per il sacro rispetto che nutrivano nei confronti di questa pianta.

Era un simbolo di onore, ad esempio:

  1. Epimenide chiamato dagli Ateniesi ad assistere Solone nella compilazione della legislazione, rifiutò ogni onorificenza terminato il lavoro, chiedendo per sé solo un ramo di Olivo del tempio di Atena.
  2. Nelle feste e nei giochi in onore di Atena, il vincitore veniva incoronato con una ghirlanda di Olivo, lo stesso premio che veniva attribuito a Roma ai poeti e letterati durante la solennità della festa Quinquatrus in onore di Minerva (l'Atena romana).
  3. La ghirlanda d'Olivo era per gli ateniesi la loro Corona patria e come tale fu portata da Aiace e Achille come ricompensa delle loro vittorie contro i nemici. Anche la Nike dei Greci e la Vittoria dei Latini erano adornate con queste corone.
Era il simbolo della pace e delle risoluzioni pacifiche, ad esempio:

  1. La Pace, Irene, era rappresentata come una donna con un ramo di olivo nella mano destra, la cornucopia a sinistra, e una ghirlanda di olivo sul capo.
  2. L'invio di un ramoscello di olivo al nemico in guerra, era da intendersi come una offerta di pace.

Era simbolo della Misericordia, della Clemenza, della Equità, della Pietà, della Felicità, della Luce , ad esempio:

  1. La Misericordia era una donna vestita di bianco, rappresentata nell'atto di porgere pane ai poveri e con una ghirlanda di olivo sul capo.
  2. La Clemenza e l' Equità sono rappresentate nelle monete come donne con rami d'olivo tra le mani.
  3. Anche la Pietà, rappresentata come una donna velata, aveva in mano un ramoscello di olivo.
  4. Felicità era una figura femminile seduta su una cornucopia e con rami d'olivo tra le mani.
  5. L'olivo simbolo di luce, perché la luce è l'essenza di Minerva, chiarezza dell'intelletto, o forse perché l'olio ottenuto dai suoi frutti serviva per illuminare la notte.

Erodoto ci racconta un'altra bellissima storia: due giovani vergini, Dania ed Augeria, native di Epidauro vennero oltraggiate e sopraffatte dalla vergogna si impiccarono; dopo poco tempo le terre degli Epidauri furono invase dalla sterilità; l'oracolo consultato impose di innalzare a Dania e Augeria delle statue scolpite dai tronchi di ulivo domestico. Nelle terre di Epidauro questa pianta era sconosciuta, allora chiesero agli ateniesi il permesso per potersene procurare. Costoro acconsentirono, ma ad una condizione: il popolo di Epidauro ogni anno avrebbe dovuto inviare una delegazione di suoi cittadini ad Atene per fare solenni sacrifici alla Dea Atena.

A cura della Classe I G

L'ULIVO E LA TRADIZIONE POPOLARE: I PROVERBI

L’ulivo è una pianta e un frutto che per il ruolo prezioso che da sempre hanno rivestito nella vita dell’uomo e nella tradizione economica, specie locale, hanno ispirato locuzioni e modi di dire, vero e proprio patrimonio espressivo e lessicale della nostra terra. Eccone un assaggio tra detti popolari, doti taumaturgiche quasi al confine con il magico, precetti quasi imperativi dell’attività di olivicoltura che diventano metafora di vita, a testimonianza di come l’olivo ed il suo pregiato prodotto costituiscano un bene di grande valore.

Olio, aceto, pepe e sale, fan saporito pure uno stivale.
(Persino cose non commestibili potrebbero diventare gustose al palato se condite con ingredienti come l’olio).

L’olio e la verità tornano a galla.
(La verità emerge sempre, come la caratteristica dell’olio di non mischiarsi con l’acqua quando viene aggiunta).

Dolori, olio dentro e olio fuori.
(In caso di affezioni interne e esterne l’olio ha proprietà salutari).

Mercante di vino, mercante poverino; mercante d’olio, mercante d’oro.
(L’olio, da sempre bene “prezioso”, anticamente rendeva più del vino).

Olio, ferro e sale mercanzia reale.
(L’olio come merce preziosa sin da epoche lontane).

Chi vuol tutte l’ulive non ha tutto l’olio.
(La pratica di lasciare a lungo le olive sulla pianta fino a che maturino tutte, comporta che se ne perda una quantità).

L’ulivo benedetto vuol trovar pulito e netto.
(la tradizione, oggi poco seguita, voleva che in occasione della domenica delle palme, quando si benedivano le case, queste dovevano essere ben pulite).

La prima oliva è oro, la seconda argento, la terza non val niente.

Agli ulivi, un pazzo sopra e un savio sotto.
(Nella raccolta delle olive occorre una persona vigorosa che scuota i rami perché le olive cadano e una persona prudente che ai piedi dell’albero le cerchi e le raccolga. O ancora in cima chi poti senza riguardi, in basso chi concimi con misura).

Vigna piantata da me, gelso da mio padre, olivo da mio nonno.
(Riconosce la longevità dell’olivo rispetto alle altre piante comunemente coltivate dai contadini, tale da accompagnare l’avvicendarsi delle generazioni).

Se di febbraio corrono i viottoli, empi di vino e olio tutti i ciottoli.
(Se febbraio è piovoso, ci saranno grandi raccolti di vino e olio, tanto da richiedere che si riempiano anche i più piccoli contenitori).


Per l’assunta l’oliva è unta.
(Per il quindici di agosto l’oliva ha già preso corpo e comincia a formare al suo interno l’olio).

Se piove d’agosto, piove olio, miele e mosto.
(abbondanti piogge in agosto, assicurano, tra l’altro, copiosi raccolti di olive)

Per San Silvestro ogni oliva nel canestro.
(Tradizionalmente e convenzionalmente il 31 dicembre sancisce la chiusura del periodo di raccolta delle olive)


UNA POESIA SULL’ULIVO

La canzone dell’ulivo

Non vuole
per crescere, che aria, che sole,
che tempo, l’ulivo!
Nei massi le barbe, e nel cielo le piccole foglie d’argento!
Tra i massi s’avvinghia, e non cede
Se i massi non cedono, al vento.
Lì soffre, ma cresce…

G. Pascoli


A cura della Classe I G

lunedì 15 giugno 2015

martedì 9 giugno 2015

LA XYLELLA

Presentazione sul problema della Xylella

La Xylella
Per visualizzare la presentazione clicca sull'immagine qui sopra

 

A cura di Daniele Tarantini, Luigi Marciano, Giorgio Consonni, Ilenia Ciaccia, Chantal Sardano, Alessia Longano - Classe IIB

lunedì 8 giugno 2015